Sant'Ilario - silario

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Sant'Ilario
San Ilario di Poitiers Vescovo e dottore della Chiesa



La vita L'esilio Gli scritti
Ilario è nato a Poitiers verso il 315. La sua famiglia era pagana, figlio di genitori agiati poté fare studi solidi alla scuola dei retori gallici: sia a Bordeaux sia a Poitiers stessa, dove insegnavano i retori Rufo e Anastasio. Fu battezzato verso i 30 Anni. Lui stesso ha raccontato le tappe della sua conversione nel Prologo dell'opera "La Trinità". Studiava i filosofi pagani e tuttavia la sua anima non poteva accontentarsi del politeismo, di questa folla di divinità che si adoravano attorno a lui: giove, apollo, mercurio, marte, ercole, e neppure dei culti venuti dall'oriente: attis, cibele.

Per lui DIO può essere solo uno. Si butta allora sui libri della Sacra Scrittura che insegnano il culto del vero Dio.
Scopre il prologo del Vangelo di Giovanni, che gli rivela l'esistenza del Verbo, della Parola "che era presso Dio e che era Dio".
E' una illuminazione.
Nel Poitiers c'erano già dei cristiani da molti anni e senza dubbio c'era una comunità nella stessa Poitiers Ilario richiede e riceve il Battesimo. Qualche anno dopo è nominato Vescovo (era già prete quando divenne Vescovo?non è certo!)
In principio si sceglieva il vescovo tra i presbiteri o i diaconi della città ,ma si poteva anche ricorrere ad un laico di buona reputazione, anche se sposato. Fu forse il caso di Ilario nel 349-350 ca.
Un vescovo in gallia nel IV secolo: Ilario era vestito come i laici eleganti del suo tempo. In questa epoca non c'erano abiti speciali per il clero, a parte i monaci. Ilario portava quindi un tunica a maniche lunghe e sotto delle braghe(una sorta di pantaloni).
Un mantello completava una tenuta non troppo lontana dalla nostra.
Certamente portava ornamenti speciali per le cerimonie liturgiche; Ma, per la strada,nulla lo distingueva dagli uomini della buona società,tranne questa attrattiva naturale e quella signorilità che sono state notate dagli storici Sulpicio, Severo e Rufino.
Il ruolo del Vescovo è soprattutto spirituale. Egli presiede regolarmente alla preghiera pubblica. E' possibile che il palazzo episcopale , dove risiedevano i chierici di Poitiers,abbia conosciuto fin dall'epoca di Ilario una certa vita comunitaria,con funzioni comuni e una tavola comune.
San Martino insedierà in seguito a Marmoutier una comunità di monaci e di chierici. ma S. Martino fu allievo di S.Ilario e accettò il ministero di esorcista della sua chiesa. Non avrà imitato nel 356 quello che aveva imparato a Poitiers?
Il Vescovo celebra il suo "presbyterium" e concelebra la messa domenicale nella cattedrale.
normalmente,a meno che non sia invitato un predicatore di fama,è il Vescovo che pronuncia l'omelia,è uno degli obblighi essenziali della sua carica.
tuttavia non c'e' stato conservato alcun sermone di Ilario.
i suoi tre trattati esegetici: "commento ai salmi","commento al Vangelo di Matteo","trattato dei misteri" non sono sermoni,ma opere letterarie.
D'altronde è certo che Ilario era più uno scrittore che un oratore. in ogni caso queste opere sono certamente l'eco del suo insegnamento. Ilario compose anche degli "Inni", ma sembra senza successo. Il suo stile era probabilmente troppo colto ed astratto. Del resto , secondo la testimonianza dello scrittore contremporaneo Ausonio,il livello culturale degli abitanti di Poitiers all'epoca era generalmente piuttosto basso. Il ruolo del Vescovo non si limita però alle funzioni liturgiche. Egli deve anche preoccuparsi di formare e ordinare i suoi presbirei e i suoi diaconi,di battezzare e riconciliare i penitenti,di pronunciare gli esorcismi sugli indemoniati ed esercita anche altri incarichi. Dopo Costantino il Vescovo ha un certo potere giudiziario nei confronti dei chierici e ,in certi casi,dei fedeli.
L'amministrazione temporale della sua chiesa è affidata in parte ai diaconi, ma egli non se ne disinteressa,spesso risponde alle richieste di aiuto attingendo al suo patrimonio personale,se ne ha,e hai donativi che riceve. Egli deve provvedere in parte ai bisogni del suo clero e talora perfino dei monaci,delle vedove e delle vergini della sua chiesa,perchè in questa epoca i religiosi vivono nel mondo e non in un monastero. Anche i poveri vengono a chiedere soccorso e nutrimento alla casa episcopale. Se vi aggiungiamo la visita della sua immensa diocesi che si estendeva da Poitiers all'oceano, grossomodo i tre dipartimenti di Vienne, Deux-Sèvres e Vandea ci si rende conto che il nostro Santo era un Vescovo occupatissimo.

SITUAZIONE POLITICA IN GALLIA :
La Gallia a quell'epoca era solo una parte dell'immenso impero Romano,che si estende dalla Scozia alla Persia e dalla Germania al Sahara. fin dai tempi di Dioclezioano (285-305) l'impero è diviso in quattro parti con quattro capitali: Nicomedia, Sirmio, Milano, Treviri, situate nei punti strategici, di fronte ai barbari che minacciano le frontiere.
Nel 324 Costantino riunifica l'impero , ma alla sua morte (337) i suoi tre figli , Costantino II, Costante e Costanzo II se lo spartiscono.
Costantino II morì nel 340. in quel periodo Costanzo II regnava in oriente,Costante in occidente.
Nel 350 un ufficiale di Costante Magnenzio, sollevò contro di lui una parte dell'esercito.
Ucciso Costante ad Elena, ai piedi dei pirenei, Costanzo II rimaneva Imperatore unico, ma dovette eliminare ancora due usurpatori ,Vetranione sul Danubio e Magnenzio in Gallia. Con l'astuzia ottenne l'abdicazione del primo, ma poté battere Magnenzio solo dopo tre anni di lotta. Nel momento in cui Ilario diventa Vescovo di Poitiers, la Gallia è dunque nelle mani dell'usurpatore Magnenzio. Dopo che Costanzo II ebbe trionfato sul suo rivale nel 353, fece il suo ingresso a Lione,poi convocò un sinodo nella città di Arles,che aveva scelto come residenza imperiale,preferendola a Treviri.
Volendo instaurare l'unità dei sui stati, pensava che l'unità di fede fosse la garanzia dell'unità politica.

CONFLITTI RELIGIOSI NEL IV SECOLO :
Da mezzo secolo l'impero era sconvolto da conflitti religiosi. Un prete di Alessandria Ario, aveva predicato che Cristo non era Dio ma una semplice creatura. L'emozione fù così forte che l'imperatore costantino convocò un concilio a Nicea nel 325.
Il Papa di Roma vi mandò alcuni delegati.I 318 vescovi presenti definirono Cristo "Figlio unico del Padre,consustanziale (in greco Homoousios) al Padre".
Atanasio , vescovo di Alessandria si fece campione dell'ortodossia.ma molti vescovi non accettarono la definizione di Nicea,in particolare Eusebio,Vescovo della città imperiale di Nicomedia.
Sotto la sua influenza Costantino fini' per cedere ai fautori di Ario,gli ariani, ed esiliò il vescovo Atanasio di Alessandria a Treviri, in Gallia.
Costanzo II fu' a sua volta favorevole agli ariani e perseguitò i vescovi fedeli al concilio di Nicea, "i Niceni".
Atanasio fu mandato di nuovo in esilio. Fino ad allora i vescovi di occidente si erano tenuti lontani dalle controversie dottrinali dell'oriente. Salvo i Vescovi di Treviri e il Papa di Roma che avevano accolto Atanasio esiliato in occidente ,la maggioranza dei vescovi occidentali ignorava il "consustanziale" definito nel 325.
Ilario stesso lo confessò.
Essi erano in sereno possesso della vera fede.
Ma a partire dal 353 le cose cambiano: col pretesto di condannare Atanasio l'imperatore obbliga i vescovi di occidente ad adottare formule di fede sempre più segnate dall'eresia. La maggior parte , teologi mediocri, sottoscrive queste formule.
Al sinodo di Arles (fine 353) firmano tutti salvo Paolino, vescovo di Treviri. "Giudicato indegno della chiesa dai vescovi,fu ritenuto degno dell'esilio dall'imperatore",secondo le parole di Ilario. Paolino fu allora relegato in Frigia attuale Turchia), dove mori' qualche anno dopo.
Al sinodo di Milano (inizio 355) tutti firmarono tranne Lucifero di Cagliari,Eusebio di Vercelli e Dionigi di Milano,che vennero esiliati in Asia minore; Il papa Liberio fu esiliato in tracia e il vecchio Vescovo di Cordova Ossio, imprigionato a Sirmio,residenza dell'imperatore.



 
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